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Lavorare sulle competenze STEM, superando gli stereotipi di genere, per scegliere liberamente cosa fare da grande

Il Progetto Ragazze Digitali trova in Prâgmata-Arkyreyma un nuovo alleato che, con la misura, sostanzia il suo lavoro

Si è conclusa il 2 luglio 2021 l'ottava edizione del Summer Camp “Ragazze Digitali”, gestito dall’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), che ha coinvolto oltre 200 studentesse del III e IV anno di scuola superiore in un'esperienza unica, volta ad avvicinare le ragazze alle opportunità del mondo digitale e, in un’ottica di visione strategica, a contrastare il technological gender gap che caratterizza il ritardo digitale del nostro Paese (e non solo). Ma qual è l’impatto sulle ragazze delle tre settimane di attività intensive del Campus? E quale grado di cambiamento riescono ad apportare al loro bagaglio esperienziale di crescita professionale? Il Campus innesca nelle ragazze un reale orientamento alle materie STEM? Queste sono domande che gli organizzatori dell’iniziativa si sono posti tante volte e Prâgmata-Arkyreyma ha misurato quegli elementi che hanno aggiunto risposte a queste domande, generando nuova sostanza per il Progetto.

Il Progetto Ragazze Digitali

La storia del Progetto “Ragazze Digitali”, di cui il Summer Camp rappresenta un momento fondamentale, inizia nel 2013 grazie all’intraprendenza del Chapter Reggio Emilia – Modena di EWMD, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e il supporto di alcune organizzazioni pubbliche e private.

La prima edizione del Summer Camp si è tenuta a Modena nel 2014. Da allora le edizioni si sono alternate tra Reggio Emilia e Modena. Dal 2018 l’iniziativa si è allargata al Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, sede di Cesena. Nel 2020 e 2021, causa emergenza sanitaria da Covid-19, il Campus è stato interamente trasferito online. Oggi, la professoressa Claudia Canali di UNIMORE e membro EWMD gestisce il Campus insieme alla Professoressa Antonella Carbonaro di Cesena e al loro staff di colleghi e dottorandi.

Nel corso delle otto edizioni del Summer Camp più di 650 ragazze, provenienti dai diversi licei ed istituti tecnici e professionali del territorio, hanno toccato con mano la programmazione di videogiochi, app e siti web ed esplorato temi centrali come l'intelligenza artificiale e la sicurezza informatica con esperte ed esperti del settore.

Il Campus, gratuito, è infatti sempre accompagnato e arricchito da iniziative di condivisione e presentazione di testimonianze e interventi seminariali, utili a completare il quadro di contesto in cui le materie STEM quotidianamente agiscono.

Le ragazze possono, insomma, sperimentare e sperimentarsi, come ricorda l’esempio di Hajar Louahbi, giovane sassolese di origine marocchina prematuramente scomparsa, che aveva partecipato all’edizione 2015 del Summer Camp. In sua memoria il Chapter di Reggio Emilia – Modena ha istituito l’omonimo premio per ricordarne la motivazione, l’impegno e la capacità di fare squadra con le compagne.

Il valore dell’iniziativa, patrocinata dal Ministero dell'Istruzione, dalla Regione Emilia-Romagna e dai comuni di Modena, di Reggio Emilia e di Cesena, è emerso in tante, diverse occasioni, nate proprio a partire dal suo nucleo originario, testimoniando quanto il tema sia attuale e pieno di implicazioni e connessioni a tutti i livelli della vita di Comunità. L'avventura del Summer Camp rientra anche tra le iniziative aderenti al Manifesto per la Repubblica Digitale, promosso dal Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale proprio per sviluppare la cultura scientifico-tecnologica e superare ogni forma di discriminazione nell'accesso agli strumenti tech.

Scardinare gli stereotipi e offrire un’occasione di scelta libera

Quando nasce nella mente della delegazione EWMD di Reggio Emilia-Modena, questo Progetto voleva contribuire a scardinare stereotipi e condizionamenti sociali e famigliari, che vedono l’accesso alla formazione e quindi alle professioni scientifiche cosa da “uomini”.

European Women’s Management Development (EWMD) è un network internazionale, in prima linea per il consolidamento dell'uguaglianza di genere nei ruoli di responsabilità nel mondo del lavoro. Nel Chapter di Reggio Emilia-Modena, l’idea di contribuire fattivamente a questo obiettivo generale si è sostanziata, già nei suoi primi mesi di vita, nel proposito di intervenire nel vasto mondo dell’informatica. Il Chapter, nel suo originalissimo stile d’azione, sotto la guida allora di Nadia Caraffi e grazie al contributo di tutti i membri, si è proposto di aiutare le ragazze ad orientarsi verso percorsi di specializzazione delle materie che oggi chiamiamo STEM e ad aumentare la consapevolezza nelle proprie capacità come strumento per conoscersi e scegliere liberamente la propria strada.

Quello che il Progetto voleva e vuole sottolineare è che non solo la tesi della differenza di genere per l’accesso alle STEM non ha fondamento, ma impoverisce la società negando a un numero elevato di potenziali professionisti – donne – di dare il proprio contributo.

Il proposito è alto, non impossibile: nelle settimane di Campus le ragazze fanno esperienza diretta e pratica dell’informatica, con laboratori in cui sperimentano semplici tecnologie, in modo creativo e divertente. E, dopotutto, questa è proprio la chiave per avvicinare l’informatica, usarla e applicarla ai più svariati ambiti della vita sociale e delle organizzazioni.

In questo contesto di energie vivaci in movimento, Prâgmata-Arkyreyma si è offerta di far emergere quanto il Progetto riuscisse a orientare verso una scelta consapevole, misurando l’evoluzione dell’esercizio delle competenze tecniche e trasversali dall’inizio del Campus alla fine. Come ci aspettavamo, i dati emersi raccontano una storia ancora più ricca e innovativa di quanto si riuscisse a vedere.

Gender gaps in emerging jobs

Fonte: The Global Gender Gap Report, 2021 – World Economic Forum

La collaborazione con Prâgmata-Arkyreyma

Osservare e misurare quanto il Campus aiuti a costruire la consapevolezza da parte di ciascuna ragazza rispetto alle proprie capacità e competenze STEM ha comportato per Prâgmata-Arkyreyma prima di tutto un lavoro di adattamento dello strumento scelto per questa collaborazione – TOW – alle esigenze del Progetto.

TOW è il nostro strumento per l’Orientamento Professionale e Scolastico, che si propone di offrire direzione di scelta dell’area di lavoro o scolastica pertinente e adeguata all’esercizio delle competenze trasversali e tecniche che la persona è in grado di esprimere (anche in prospettiva). Le competenze sono misurate in termini di punto di forza, punto potenziale (migliorabile) o aspetto critico. Con TOW, in questo Progetto, abbiamo voluto che la misurazione spostasse il focus dal “chi sei” al “che cosa puoi offrire” alla società e alle organizzazioni di cui farai parte. Passa da qui, a nostro avviso, un reale cambiamento culturale. In questo modo TOW offre, quindi, un dato di misura capace di proiettare oggi lo sviluppo professionale delle donne di domani!

Per poter valutare l’efficacia del progetto, la somministrazione del protocollo di domande è avvenuta in due diversi momenti: al tempo t0, prima dell’avvio delle attività del Campus, e al tempo t1, al termine delle attività stesse. Questa impostazione metodologica di valutazione pre e post ha consentito di misurare lo scarto di competenze trasversali, di auto-attribuzione di conoscenza e di gestione degli stereotipi di genere che le proposte formative del Campus hanno generato. Così, la collaborazione è riuscita a porre una luce nuova sul valore che il Campus offre alle ragazze che in un futuro non troppo lontano avranno facoltà di scegliere se e come ricoprire ruoli nel campo dell’ingegneria informatica e nelle altre materie STEM.

Facciamo parlare TOW e i suoi dati!

Non si può parlare di misura, senza mostrare qualche dato! Ecco quelli per noi più significativi, raccolti dal Progetto per mezzo di TOW:


1- L’esperienza fatta ha rafforzato la convinzione che le scienze STEM portino a uno sbocco lavorativo promettente.

Basta una rapida occhiata alla differenza tra i valori percentuali rilevati prima (t0) e dopo il Summer Camp (t1) per affermarlo. Certamente la tabella ci mostra che ¾ delle partecipanti erano già persuase che la professione STEM fosse attraente, nonché legata all'investimento personale nella formazione; cionondimeno il Campus ha promosso questa convinzione anche tra chi all'inizio riteneva che “professionista STEM si nasce” o che sia “materia per pochi”.

Vale la pena sottolineare come tale accrescimento di consapevolezza si è dato anche per le partecipanti che sono rimaste convinte che l'ambito professionale STEM non sia per tutti o sia riservato a chi dispone di una qualche dote innata. Ciò è rilevante perché ci dice che l'esperienza diretta e concreta del Campus ha permesso di “andare oltre” lo stereotipo e di generare le condizioni per una scelta che non sia “ancorata” alla “teoria di genere” ma connessa al padroneggiamento della conoscenza in materia.

2 - Il Summer Camp ha reso le studentesse consapevoli del punto in cui si trovano rispetto alla direzione a cui possono puntare.

Se il Campus, infatti, ha evidenziato che professionista STEM si può diventare, serviva fare chiarezza su quale fosse il “punto di partenza” rispetto alla padronanza delle materie informatiche, perché ciò favorisce una scelta consapevole sulla strada formativa da intraprendere. Chiaramente il Summer Camp non si proponeva – in 3 settimane – di rendere le studentesse delle programmatrici provette. I dati di TOW ci fanno vedere che all'inizio (t0) le studentesse non sapevano valutare la propria conoscenza di programmazione di software (non rispondevano alla domanda), mentre poi (t1) hanno saputo farlo attribuendosi un livello di conoscenza nullo, minimo o medio.

3 - Il Campus ha inciso sull’uso delle competenze trasversali.

TOW ha consentito di riconoscere nitidamente l’impatto del Campus sull’uso di certe competenze trasversali – soft skills. Tra le varie ne commentiamo una, che nella nostra esperienza di consulenza alle organizzazioni abbiamo osservato come fondamentale, specie per i ruoli professionali che aspirano a collocarsi in posizioni manageriali. Si tratta della competenza di anticipazione degli aspetti critici. Per intenderci, quando questa competenza rappresenta un “punto di forza”, chi la esercita sa individuare (prima) le situazioni in cui potrebbero verificarsi impedimenti o rallentamenti nel raggiungimento degli obiettivi (formativi o professionali che siano), a partire dall'analisi delle condizioni del contesto in cui si trova. L'anticipazione consente di “preparare il terreno” alla gestione di quanto potrebbe darsi, senza necessariamente “aspettare” che le difficoltà si manifestino, fornendo così un supporto indispensabile al problem solving e al decision making.

Pensiamo cosa possa significare, ad esempio, nella realizzazione di applicazioni di Digital Health, sapersi proiettare sulle criticità di usabilità dell’utente finale dell’app già nella fase di progettazione. Solo così un buon project manager riesce a guidare nella giusta direzione i lavori del suo team, a beneficio dell’efficienza del lavoro di squadra e dell’efficacia dell’output prodotto.

Lo sviluppo dell'anticipazione degli aspetti critici che il Summer Camp ha prodotto rappresenta un patrimonio che le ragazze porteranno con sé, che si traduce nell'abilità di trarre vantaggio dalle esperienze per il proprio sviluppo formativo e di carriera, nell'opportunità di gestire l'incertezza del mondo del lavoro in modo da offrire un contributo efficace ed efficiente adattandosi alle circostanze (anche a quelle meno favorevoli). E questo si dà anche a prescindere dalla mansione che ricopriranno, dal contesto in cui potranno operare, perché l'anticipazione è una competenza trasversale “chiave” per il lifelong learning.

E non dimentichiamo, infine, il beneficio tangibile per le organizzazioni in cui queste ragazze digitali si inseriranno, per via di come sapranno rispondere alle richieste e alle aspettative riposte in loro, utilizzando al meglio le proprie competenze.

Ragazze Digitali contribuisce, insomma, alla libera espressione di ogni partecipante, rendendola consapevole di poter costruire la propria crescita professionale sul contributo che può offrire e implementare nelle attività matematiche e informatiche. È così che una società cresce e si sviluppa ed è a questo che anche noi di Prâgmata-Arkyreyma vogliamo partecipare.

Nadia Caraffi di EWMD Reggio Emilia-Modena racconta perché è nato il Progetto Ragazze Digitali e cosa si augura per il suo futuro e per le ragazze che ogni anno vi partecipano.

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